giovedì 11 giugno 2015

FARE DEL BENE FA BENE - IMPARIAMO PER MEGLIO SERVIRE

IMPARIAMO PER MEGLIO SERVIRE
LA PEDAGOGIA DEL SERVICE LEARNING

“Fare del bene fa bene!” C’è una stretta interconnessione tra l’apprendimento e il servizio alla comunità. L’apprendere genera e sostiene la capacità di rendersi utili a se stessi e agli altri e il servizio genera apprendimento. Queste le idee portanti del Convegno internazionale promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dalla LUMSA, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, nella  prestigiosa sede della Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano. Nell’occasione è stata espressa viva gratitudine al cardinale Grocholewski che, proprio in quel giorno, concludeva il suo servizio di Prefetto della Congregazione e ha voluto salutare i partecipanti.
Il Convegno ha favorito la conoscenza della proposta pedagogica del Service Learning, un approccio che orienta gli studenti verso il servizio alla comunità, ed è stato anche occasione per presentare la Scuola di Alta Formazione “Educare all’incontro e alla solidarietà”, promossa dalla LUMSA e dalla Congregazione EC,  diretta dal professor Italo Fiorin. L’intensa giornata di lavoro ha favorito un ampio dibattito sulle problematiche connesse al Service Learning grazie alla partecipazione di esperti provenienti da varie parti del mondo (chiesa, università, scuole, associazioni professionali, ...).
I frequenti interventi del Santo Padre, in questi primi anni di pontificato, sono stati ripresi più volte nel corso dei lavori. Infatti, papa Francesco ama ripetere che “il mondo si può cambiare solo se cambia l’educazione” e che “per educare c’è bisogno del villaggio e non dei serragli”. Ed ancora, il costante invito a fare della propria vita un dono e  organizzare “nuove forme di educazione a seconda delle varie situazioni e realtà”.
Il documento conciliare “Gravissimum Educationis”, ha evidenziato il Segretario della Congregazione, Mons. Zani, nel saluto introduttivo, già mezzo secolo fa dichiarava che “l’educazione favorisce l’apertura dell’uomo al mondo”.
Il Service Learning promuove la cultura del dono e del servizio e, pertanto, intraprendenza e dinamica interazione tra scuola e mondo del volontariato, con un reciproco arricchimento e sostegno, condividendo il valore della gratuità e della solidarietà. Esso è connesso agli apprendimenti curriculari, che, grazie alla dimensione pratica del servizio, possono essere appresi e verificati in profondità, adeguatamente padroneggiati e ampiamente sviluppati.
               Infatti, in quest’ottica, l’apprendimento disciplinare crea impegno sociale, promuove spirito critico, motivazione, gratificazione, competenza, responsabilità ed è quindi motore di cittadinanza attiva.
Il fare dell’apprendimento un servizio e del servizio un apprendimento non si riduce ad un programma di iniziative ad hoc. E’ pedagogia, metodologia ed anche filosofia: è uno specifico modo di essere scuola, scuola vivace, accogliente e competente, aperta al territorio e al mondo; scuola del pensare e dell’agire; spazio  significativo di vita in cui si apprende attivamente impegnandosi nella soluzione di problemi reali e spendendo i saperi appresi a favore della comunità . Non è una periodica ed estemporanea iniziativa auto gratificante, ma stile quotidiano che caratterizza la realtà scolastica.
Il Service Learning, pur non rientrando nell’ambito delle didattiche speciali, è un approccio pedagogico efficace anche per la realizzazione di percorsi inclusivi. Infatti, scardinando approcci di tipo esclusivamente assistenziale, rende gli alunni con bisogni educativi speciali soggetti attivi di un processo di aiuto verso gli altri, implementando la cultura della solidarietà e dell’accoglienza, nonché della “competenza attiva”.
Esso è caratterizzato dall’apprendimento cooperativo, dall’inclusione, dalla riflessività, dal riconoscimento e  dalla piena valorizzazione dei talenti personali, dalla cooperazione extrascolastica, da una progettualità che esalta la dimensione del volontariato e del bene comune.
Il servizio favorisce il protagonismo dei giovani, ma anche una feconda interazione tra docenti e discenti, tra generazioni e competenze diverse, superando rigidità di fare e di essere provocate dal chiuso delle istituzioni e delle aule scolastiche.
E’ necessario, però, ha opportunamente precisato il professor Berlinguer, valorizzare pienamente l’autonomia scolastica, superare la scuola chiusa, frammentata nell’organizzazione e negli apprendimenti, rigida negli orari. Occorre cambiare l’impianto educativo complessivo per dare al tempo scuola flessibilità ed unitarietà. Occorre valorizzare le risorse interne ed esterne alla scuola, avere competenza e coraggio; riconoscere e legittimare l’esperienza del volontariato.
Varie sono le esperienze di service learning nel mondo, a tal punto che alcuni Ministeri dell’Istruzione (Argentina, Cile, Uruguay, Olanda, Spagna, Svizzera …) hanno adottato dei programmi specifici.
La Scuola di Alta Formazione della LUMSA sta per avviare specifiche iniziative di formazione e di confronto per sostenere le istituzioni scolastiche interessate a sviluppare progetti di Service Learning.

                                                                                                                                                              Giovanni Perrone







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